Si sta assistendo sempre più alla difficoltà da parte delle aziende di trovare giovani che abbiano voglia di mettersi in gioco per intraprendere una carriera manageriale.

In molte organizzazioni le nuove generazioni preferiscono svolgere ruoli con responsabilità minori anziché “sacrificare” la propria vita personale per una carriera che, apparentemente, porta tanti oneri e pochi onori, soprattutto in termini economici.

Il fenomeno è molto evidente in diverse realtà che hanno un orario di lavoro a turni, che coinvolge anche il sabato, le domeniche e le festività, oppure in aziende le cui attività sono poco compatibili con lo smart working o che richiedono frequenti trasferte importanti per distanze e impegno temporale.

Quando si commenta il fenomeno, il Management aziendale tende a puntare il dito subito sulle nuove generazioni, sul cambiamento dei valori e, ultimamente, su un nuovo equilibrio vita/lavoro determinato da due anni di emergenza e lavoro da remoto.

In parte concordo con queste motivazioni e, d’altra parte, la Yolo Economy è una realtà a livello mondiale.

Mi pongo però una domanda: che esempio stanno dando i manager a questi giovani? Mi spiego meglio: i manager stanno trasmettendo ai giovani che il loro è il “mestiere più bello del mondo” oppure che il loro è un “brutto” lavoro?

Io credo che una responsabilità dei manager sia quella di dare l’esempio, non soltanto nel rispetto delle regole aziendali e dei comportamenti, ma anche nel trasmettere la passione per il proprio lavoro.

Una volta nelle botteghe c’era l’artigiano che trasmetteva all’apprendista non soltanto la competenza tecnica, ma anche l’amore per il proprio lavoro.

Ma per trasmettere la passione bisogna prima provarla. Oggi, quanti sono i manager che amano il proprio lavoro?

Mi piace citare le belle parole di Khalil Gibran nella sua opera “Il Profeta”:

“E cos’è lavorare con amore ?

E’ tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato.

E’ costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato.

E’ spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia, come se dovesse goderne il frutto il vostro amato.

Articolo pubblicato su Linkedin