L’umiltà del Manager

women-g1642c4e5c_1920
articoli

L’umiltà del Manager

La parola “umiltà” diverse volte viene interpretata in senso poco positivo, soprattutto quando si parla di doti manageriali.

Io credo che rappresenti una qualità essenziale per qualsiasi Manager, come più volte scriviamo nelle “pillole omeopatiche di Hara” o come ho scritto nel mio recente libro.

Per umiltà intendo innanzitutto la volontà e la capacità di mettersi in discussione. Davanti a un problema di risultato, davanti a un problema di performance del proprio team o di un proprio collaboratore, il Manager deve essere il primo a mettersi in discussione e a chiedersi se ha agito al meglio.

Quante volte mi capita di sentire Manager che si lamentano dei propri collaboratori senza chiedersi cosa stanno facendo per ottenere consenso dagli stessi e per metterli in grado di performare al meglio! E’ incredibile il livello di deresposabilizzazione che si percepisce da questo punto di vista.

Per umiltà intendo anche la capacità di ascolto, di comprendere il punto di vista dell’altro e, quando è il caso, anche quella di cambiare opinione, di rivedere le proprie decisioni.

Non sta scritto da nessuna parte che il capo ha sempre ragione. Mi correggo, sta scritto nelle targhette regalo divertenti che si comprano nei negozi di souvenir, oppure rientra nelle convinzioni e nelle consuetudini di aziende che si fondano esclusivamente sulle deboli basi del potere gerarchico e dell’autorità. Aziende che, pur essendo già entrati nel terzo decennio del nuovo millennio, dimenticano di non essere organizzazioni militari del secolo scorso e che non considerano l’autorevolezza e il consenso come leve principali, fondamentali ed efficaci della leadership di un Manager e della motivazione ed engagement delle persone.

Per umiltà intendo inoltre che il Manager è in quella posizione per servire i propri collaboratori, per essere un facilitatore del loro lavoro e metterli in condizione di ottenere i migliori risultati e soddisfare al meglio il cliente.

Quanti sono invece i Manager che fanno lavorare i loro collaboratori per se stessi, per poter mettersi in luce davanti ai poteri alti dell’azienda! Quanti sono i Manager che considerano i loro collaboratori di propria proprietà, che non li lasciano crescere, non li lasciano andare a ricoprire altre posizioni più interessanti per i collaboratori e per l’azienda stessa!

Infine, per umiltà intendo che il Manager sa essere nell’apprendimento continuo e nella costante attenzione e consapevolezza della capacità di gestire le proprie emozioni, le proprie frustrazioni personali e professionali, i propri comportamenti, nonché nella volontà di migliorarli attraverso uno sviluppo basato sul mettersi in gioco, sul richiedere un feedback, sull’analisi delle proprie azioni, sulla formazione, sul coaching e su ogni genere di supporto.

Quanti sono invece i Manager che si sentono già arrivati e “imparati”! Quanti sono i Manager che riversano sul loro team le proprie emozioni, la propria incapacità di reggere lo stress, le proprie frustrazioni personali o professionali!

E quanti sono i Manager che ritengono di non aver bisogno di migliorare la propria capacità di guidare e motivare le proprie persone!

Quest’ultima, una delle attività più belle del mondo, ma anche una delle più umili in assoluto.

 

Articolo pubblicato su Linkedin

css.php
Lista desideri 0
Apri la Lista desideri Continua lo shopping