Quale sarà lo stile manageriale del futuro mondo del lavoro?

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Quale sarà lo stile manageriale del futuro mondo del lavoro?

Il 2020 è stato un anno di stand-by per molte realtà e parecchie persone.

L’anno scolastico 2020 e l’inizio del 2021 solo in pochi sparuti e virtuosi casi sono stati completati e hanno avuto l’approfondimento didattico che meritavano.

Per il resto è stato un anno “balordo”: i docenti hanno insegnato prevalentemente a distanza e in condizioni affatto ideali alle loro abitudini; gli studenti dal canto loro hanno studiato poco e, probabilmente, male.

Soprattutto è mancata quella “scuola di vita” che di solito è rappresentata dalla relazione dal vivo e dalle dinamiche che si possono sviluppare all’interno di un contesto scolastico di ragazzi, insegnanti e istituzioni.

Gli studenti di oggi, già per tendenza e opportunità rinchiusi nel mondo della comunicazione virtuale e digitale, quest’anno sono stati totalmente imprigionati e virati dal filtro della interazione tecnologica.

Fra dieci anni la maggior parte di questi ragazzi sarà entrata nel mondo del lavoro (ce lo auguriamo per loro!). E alcuni tra essi saranno i manager di domani.

Quanto peserà nella loro formazione e preparazione all’entrata nel mondo degli adulti, nel mondo del lavoro e nei ruoli e responsabilità manageriali questo 2020 a “scartamento ridotto” in termini di educazione e relazione?

Senza considerare che stiamo andando incontro a un 2021 che appare determinato a seguirne orme molto simili.

Spostandoci nel mondo del lavoro, i giovani che vi sono entrati a fine 2019, oppure durante il 2020, sono stati subito penalizzati dall’assenza di interazione dal vivo.

Alcuni non hanno ancora mai conosciuto di persona la maggior parte dei loro colleghi. Quasi tutti non hanno mai stretto la mano al loro capo, ai loro colleghi, ai loro clienti.

La maggior parte di essi non ha avuto l’opportunità di apprendere come comportarsi e di osservare le dinamiche relazionali e politiche che ci sono all’interno di ogni ambiente di lavoro. Molti non hanno ricevuto feedback, oppure l’anno ricevuto dato male dai loro capi, incapaci a loro volta di fornirlo a distanza, altrimenti hanno ricevuto come feedback degli emoticon e altre icone molto simpatiche ma poco istruttive.

Ebbene, alcuni di questi giovani entro una decina d’anni saranno i manager di domani.

Che gioco di squadra e che collaborazione sapranno fornire nel mondo del lavoro?

Quali competenze relazionali e che livello di empatia sapranno avere?

La scuola sta mostrando molti dei suoi limiti in termini di change management e capacità di adeguarsi in modo efficace a una trasformazione obbligata, e le aziende che stanno investendo in formazione e crescita delle loro persone e dei loro giovani sono sempre troppo in minoranza.

Io non ho una risposta a quello che sarà il mondo del lavoro futuro e lo stile manageriale delle prossime generazioni. Ma sono molto preoccupato perché, secondo me, stanno venendo meno le fondamenta, a livello educativo e culturale, per una sana gestione delle relazioni umane nel mondo del lavoro.

Poi però mi dico che devo essere confidente e che l’essere umano è sempre stato capace di sopravvivere e trasformarsi meglio di quel che pensiamo e che quindi potranno aprirsi nuove epoche e nuovi stili manageriali magari più efficaci. Anzi, sono curioso e spero siano altrettanto stimolanti a livello professionale.

Nel frattempo, invito i ragazzi e giovani a non lasciarsi trascinare dagli eventi, ma a cercare di edificare e costruire la loro educazione e professionalità in modo proattivo.

Come sempre la differenza sta nella volontà e nell’iniziativa della singola persona.

Gli strumenti e le informazioni ci sono. Le occasioni, se le vogliamo e se le sappiamo cogliere in sicurezza, pure!

Cosa ne pensate?

 

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