Smeritocrazia

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Smeritocrazia

Come può un CEO accettare che siano premiati i risultati ottenuti con comportamenti poco esemplari?

Come può sorvolare sull’iniquità dei trattamenti nei confronti delle persone?

Come può permettere atteggiamenti e comportamenti dei propri manager che non favoriscono la collaborazione, l’integrazione e l’engagement delle persone?

“Non può! Sarebbe irresponsabile! Assolutamente inaccettabile!”, direbbe un extraterrestre sbarcato sulla terra e, per essere precisi, sul territorio italiano.

Povero marziano, mi fa tenerezza, non conosce la nostra realtà aziendale! Anzi, a pensarci bene, fortunato alieno, che non ha mai lavorato nelle nostre organizzazioni!

Ciò che il nostro sbigottito extraterrestre troverebbe irresponsabile e inaccettabile, è prassi quotidiana in tante aziende, non solo in Italia, se la cosa ci può consolare, … o sconsolare!

Eppure, il CEO ultra “masterizzato” e il suo supporto HR dovrebbero sapere bene che la meritocrazia in azienda si inizia a creare soltanto quando si accettano, si sostengono e si premiano i giusti risultati ottenuti con i giusti comportamenti. Invece, dovrebbero altrettanto sapere bene che per disintegrare ogni barlume di meritocrazia, minando quindi alla radice la motivazione e l’engagement delle persone, basta non osservare questa semplice ma, a quanto sembra, ostica regola del buon senso.

“Lo sappiamo bene, ma non consideri che siamo valutati sul breve periodo!” – potrebbero ribattere alcuni CEO e qualche HR – “E ci fa comodo premiare e portare avanti chi raggiunge i risultati, anche se con comportamenti poco esemplari! Se demotiviamo pure queste persone, addio risultati il prossimo trimestre!”. E addio aziende nel medio lungo periodo, mi viene da pensare!

“Lo sappiamo bene!” – potrebbero unirsi altri CEO e diversi HR – “Noi cerchiamo di trasmettere il buon esempio, ma il middle management….”. Denotando, a mio avviso, scarso senso di responsabilità, oltre che scarsa determinazione.

“Ci aspettavamo che il middle management premiasse i giusti risultati ottenuti con i giusti comportamenti!” – potrebbero fare eco ulteriori CEO e qualche HR – “Ma non eravamo consapevoli dei loro comportamenti e del loro stile manageriale!”. Esprimendo, a mio parere, ancora meno senso di responsabilità, oltre che paraocchi da cavallo da traino.

Signori, la gestione e la motivazione delle persone in azienda è una cosa seria che si affronta con serietà e senso di responsabilità! E creare un ambiente meritocratico è uno degli step fondamentali!

Basta parlare con le persone in azienda, sui mezzi pubblici, tra amici, parenti, conoscenti, per scoprire che sono poche, veramente poche quelle che percepiscono in Italia un ambiente di lavoro equo e positivo in termini meritocratici. E sono tante, veramente tante le persone che appaiono rassegnate.

Ma se i CEO e gli HR non sono i primi a mettersi in gioco e a cambiare rotta nelle loro aziende, non si va da nessuna parte! L’input deve partire da loro. E anche l’esempio, il coraggio e la determinazione!

Meno male che qualche esempio virtuoso di CEO ed HR, che credono e provano a creare un ambiente meritocratico, esiste ancora. Teniamoceli stretti, prima che qualcuno li scambi per extraterrestri e se li porti via sulle astronavi insieme agli ingenui marziani sbigottiti!

 

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